Salvato dal defibrillatore, la testimonianza di un uomo soccorso durante un arresto cardiaco

defibrillatori cattolica

 

Si è svolta venerdì, al Palazzo del Turismo di Cattolica, una conferenza medica con a tema la diffusione sul territorio dei defibrillatori semiautomatici

Si è svolta venerdì, al Palazzo del Turismo di Cattolica, una conferenza medica con a tema la diffusione sul territorio dei defibrillatori semiautomatici. Nel corso dell’evento, che fa parte della settimana di sensibilizzazione sulla cardioprotezione realizzata dall’associazione nazionale Viva, che ha scelto Cattolica per le proprie manifestazioni, vi è stato un momento molto toccante, durante il quale un signore di origine cinese, che il 23 settembre scorso è stato salvato da un arresto cardiorespiratorio proprio grazie all’utilizzo di un defibrillatore, ha incontrato i suoi soccorritori.

“CATTOLICA PIONIERA” – I lavori sono stati aperti dal sindaco di Cattolica Piero Cecchini, il quale – oltre ad esprimere la propria legittima soddisfazione per il fatto che la sua città è stata scelta dall’associazione Viva – ha altresì esortato tutti i cittadini (in sala erano presenti tra l’altro i responsabili di varie associazioni di categoria anche turistiche) ad adoperarsi affinchè il territorio cattolichino sia sempre più cardioprotetto: “In estate passiamo da 17mila e oltre 60mila cittadini – ha detto il primo cittadino – io auspico che si arrivi ad un livello di cultura tale per cui in tutti i luoghi pubblici, o dove si svolgono eventi, e in tutte le spiagge, vi siano un defibrillatore e personale abilitato ad utilizzarlo. Cattolica potrebbe diventare pioniera di tutto questo. Anche nel nostro bilancio partecipato una delle proposte d’investimento che i cittadini stanno votando è quella della dotazione dei luoghi sportivi di defibrillatori”.

I RINGRAZIAMENTI DI VITALI – Sempre sul fronte istituzionale il presidente della Provincia Stefano Vitali ha ringraziato l’Azienda e i suoi operatori “per il lavoro svolto in questi anni, che ha messo Rimini all’avanguardia per quanto attiene alle cure cardiologiche. Grazie alla vostra sensibilità, ormai sul territorio i defibrillatori sono famigliari, e grazie a questo molte vite sono state salvate. Ed è in virtù di cose come queste che la nostra Ausl si presenterà all’appuntamento con l’Azienda unica, come l’Ausl che ha il grado maggiore di fidelizzazione dei suoi cittadini: il 74 per cento dei riminesi, quando ha un problema, sceglie di curarsi nelle strutture pubbliche riminesi, un risultato molto importante di cui non dobbiamo dimenticarci”.

“118 A RAVENNA, TIMORI INFONDATI” – Ampio ed articolato l’intervento di Roberto Piva, consigliere regionale, vicepresidente della Commissione “Politiche per la Salute e Politiche Sociali”, “padre” della legge regionale sulla defibrillazione nonché da poco nominato relatore della legge costitutiva dell’Ausl unica. Piva ha sottolineato che “importante quanto la diffusione dei defibrillatori, è la diffusione sul territorio di persone abilitate ad utilizzarli, e anche su questo a Rimini siamo stati dei precursori”. In prospettiva futura Piva ha precisato – rispondendo indirettamente a “un buontempone che stamane sulla stampa mi chiedeva di fermare il processo dell’Azienda unica”, che “non è corretto, e forse è frutto di disinformazione, sostenere che con l’Azienda unica la sanità locale si impoverisce o ne risente. Dobbiamo cambiare paradigma. Voglio chiedere: chi di noi, di fronte alla necessità di un intervento chirurgico, preferisce essere operato dove di quegli interventi se ne fanno 20 l’anno, invece che 200 l’anno? Dobbiamo puntare sulla specializzazione, ovviamente poi lasciando servizi necessari sul territorio, e continuando a difendere un servizio sanitario nazionale che aiuta tutti, indipendentemente dai soldi che ha in tasca o dal colore della pelle. In quanti erano ostili e preoccupati rispetto alla centralizzazione a Ravenna del 118? O ancora prima quando si unificò a Rimini anche la centrale operativa di Riccione? Timori che i fatti hanno dimostrato essere infondati. Non dimentichiamo che in futuro vi saranno comunque le Conferenze sanitarie, i distretti sanitari, ma che senso ha mantenere, come adesso, quattro uffici personale, o quattro uffici concorsi, disperdendo le risorse? Non è possible, specie a fronte dei tagli statali che, nonostante siano stati per ora scongiurate ulteriori limitazioni di risorse, l’anno scorso ci ha fatto fare i conti con 260milioni di euro in meno in Emilia Romagna”.

IL DATO SULLA MORTALITA’ – Per parte aziendale il dottor Giorgio Guerra, direttore dell’Emergenza dell’Ausl di Rimini, ha ricordato come l’intervento sul territorio sia fondamentale per il salvataggio dei pazienti, mentre il dottor Giancarlo Piovaccari, direttore del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari dell’Ausl, ha sottolineato che “dall’inizio della nostra attività, nel territorio provinciale, la mortalità per malattie cardiovascolari è calata del 30 per cento: l’intervento immediato sulla persona colpita da arresto cardiocircolatorio è fondamentale. Se andiamo avanti in questo modo, tale mortalità potrà essere ulteriormente diminuita”.

FORMAZIONE – Il dottor Antonio Destro, responsabile del progetto “Riminicuore D”, colui che da vent’anni si occupa della diffusione di defibrillatori sul territorio, ha in primo luogo segnalato che “Cattolica è una delle città che sta dimostrando, su questo tema, fortissima sensibilità”, e in prospettiva “il decreto Balduzzi prevede che in tutti i luoghi sportivi e in cui vi siano eventi, si debba collocare un defibrillatore, e che vi sia personale formato per utilizzarlo. Concede 30 mesi di tempo, ma vi esorto: non lasciamo passare 30 mesi. Concretizzando subito tale decreto si potrebbero salvare delle vite. Magari anche sulle spiagge, dove ogni anno arrivano milioni di turisti. Venerdì pomeriggio altre 24 persone di Cattolica sono state formate ad utilizzare uno dei 114 defibrillatori che sono sparsi in tutto il territorio provinciale”.

LA TOCCANTE TESTIMONIANZA – E uno di quei defibrillatori il 23 settembre scorso ha salvato la vita a Yanlue Wang, un cittadino di 44 anni che si è accasciato presso il centro commerciale Conad – Leclerc “Le Befane” (soggetto che tra i primi si è dotato dell’apparecchio). Immediatamente sono intervenuti Serena Di Carlo e Gaspare Sirrao, due operatori sanitari (la prima di Jesi, il secondo della Medicina II dell’ospedale ”Infermi” di Rimini) che, liberi dal servizio, si trovavano a “Le Befane” e si sono prodigati sull’uomo e hanno chiamato il 118. In pochi istanti sul posto è giunto anche Gianluca Marino, operatore della security interna de “Le Befane”.

“Ho visto l’uomo riverso a terra – racconta quest’ultimo – e ho visto che era già stato allertato il 118. Memore del corso per l’utilizzo del defibrillatore, fatto qualche tempo fa, ho svolto le manovre previste. Insieme agli altri due soccorritori abbiamo collocato le piastre e poi il defibrillatore ha erogato la scossa necessaria. Subito il signore, che prima aveva un colorito grigio, si è riavuto. Poi è arrivato il 118”.

Il paziente è stato ricoverato alcuni giorni all’Infermi e poi è stato dimesso completamente ristabilito.

Da subito aveva espresso il desiderio di incontrare e conoscere i suoi soccorritori. Quel desiderio è stato coronato stamane a Cattolica. I signor Wang e suo figlio hanno infatti abbracciato Sirrao, Di Carlo e Marino. A tutti e tre Wang ha consegnato una medaglia ricordo donata da Ascor (l’associazione che sostiene la Cardiologia riminese). Un momento di grande commozione coronato da un applauso scrosciante. “E’ la prova provata – ha concluso il dottor Destro – di cosa possa voler dire avere un territorio cardioprotetto”.

FONTE RIMINITODAY

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