Più DAE e meno rischi in spiaggia

cosa rischi se non hai dae

 

L’estate cardioprotetta è stata in Sardegna

L’estate trascorsa è stata la più “cardioprotetta” della storia della Sardegna. L’isola ha infatti deciso di investire per avere i defibrillatori in spiaggia e ridurre così il numero preoccupante dei decessi che avvengono ogni anno sulle rive italiane. Secondo l’Istituto Superiore della Sanità le cause principali di queste disgrazie sono la sottovalutazione del pericolo, gli atteggiamenti esagerati, il superamento delle proprie capacità fisiche e l’abuso di alcol. Però, imprudenza a parte, molto spesso il problema è quello dei soccorsi, non sempre tempestivi e talvolta affidati a persone poco esperte. Ormai tutti sanno che molti di questi decessi si potrebbero evitare con interventi rapidi e strumenti adeguati.

Secondo Alberto Bertolotti, presidente del Sindacato balneari sardi, “Con le spiagge dotate di defibrillatori, molti dei drammi estivi si potrebbero evitare. Per questo motivo, abbiamo deciso di munire tutti gli stabilimenti di questo strumento indispensabile e salvavita”. I 1800 chilometri di spiaggia saranno dunque cardioprotetti. Parliamo di circa 600 stabilimenti e 300 alberghi che gestiscono le zone balneari attrezzate. Oltre al defibrillatore, naturalmente, le spiagge sono state dotate pure di personale in grado di intervenire in caso di problemi cardiaci. Se per questa estate 2016 sono state coinvolte un centinaio di strutture, dall’estate 2017 tutta la Sardegna sarà coperta; in ogni angolo dell’isola ci sarà un defibrillatore pronto per i casi più gravi. Mentre, per quanto riguarda le spiagge libere, saranno i comuni a dover trovare la soluzione.

“Noi imprenditori siamo pronti a portare avanti l’iniziativa perché così la Sardegna sarà più attraente dal punto di vista turistico – continua Bertolotti – Bella, come tutti sanno, ma anche più sicura. Miglioriamo la nostra offerta”. Lazio e Liguria sono le altre due regioni italiane ad aver deciso di dotare di defibrillatore gli stabilimenti, ma la Sardegna è l’unica che l’ha fatto senza una legge specifica, un investimento che premia sempre chi ci crede.

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