Ciao a tutti, oggi ho ricevuto una notizia che mi ha lasciato molto affranto e disgustato. Il fatto che mi ha colpito è successo a Pisa qualche giorno fa.
Non solo hanno rubato un defibrillatore (DAE), ma hanno anche preso a calci la colonnina che lo conteneva; il professor Maurizio Cecchini, cardiologo che da anni è impegnato nella diffusione sul territorio pisano dei preziosi dispositivi, ha commentato con tantissima amarezza e rabbia l’accaduto sottolineando come non sia la prima volta che questa cosa accade.
Questo furto ci lascia sgomenti per due motivi: il primo è che siamo in un momento di estrema emergenza sanitaria mondiale che evidentemente, non ferma che continua a delinquere, sottraendo alla collettività uno strumento salvavita. Il furto, oltretutto, è avvenuto in Piazza Toniolo dove, ad inizio anno, era già stato rubato un altro defibrillatore, anche questo installato dalla “Cecchini Cuore Onlus” donato dalla famiglia del professore Igino Bonechi.
Non contenti del furto i delinquenti hanno preso a calci il totem abbattendolo.
Ma la cosa che mi rende sempre più triste, è, che nel giro di pochi mesi ben 8 defibrillatori sono stati rubati a Pisa.
Spesso ci chiediamo cosa ci sia dietro a questi atti così spregevoli. Un mio pensiero e non solo mio, è che questi furti siano organizzati per una successiva esportazione all’estero dei defibrillatori. In Italia infatti, il mercato di un defibrillatore sarebbe impossibile, avendo un codice seriale identificativo.
Ed allora, il mio suggerimento è quella di dotare i DAE (defibrillatori) di un dispositivo Gps, così da poter sempre essere in gradi di indicare la loro posizione.
Chiudo questo articolo, così con la tristezza nel cuore, e con una domanda … ma come è possibile che l’essere umano sia così tanto avido, da rubare … un salvavita?
A presto,
(fonti : larno.ilgiornale.it)