Ciao a tutti, eccomi di ritorno dopo qualche giorno di assenza, ma non di continua ricerca, su come aiutare le persone. Ovviamente il mio compito è vegliare ed essere pronto a dare aiuto dato che sono un defibrillatore, un DAE, e quindi sempre vicino alle persone. In questo periodo sto studiando molto da vicino questo sgradito ospite che sta girando il mondo: il Covid-19. E così ho scoperto un articolo, molto interessante su Focus.it, che vi riporto parzialmente e che vi lascio leggere con tutta calma e che commenterò alla fine di queste poche righe di lettura:
“Della COVID-19 abbiamo imparato a conoscere i danni polmonari, ma nelle ultime settimane, alcuni studi hanno iniziato ad evidenziare il legame tra l’infezione e le patologie cardiache. Non è ancora chiaro come il nuovo coronavirus influenzi la salute del cuore, ma tra le “condizioni pregresse” che aumentano il rischio di complicanze serie della malattia, in prima linea sembrano esserci quelle cardiovascolari.
RELAZIONE A DOPPIO SENSO. Secondo l’American College of Cardiology, «ci sono state segnalazioni di lesioni cardiache acute, aritmie, ipotensione, tachicardia e di un’alta proporzione di malattie cardiache concomitanti negli individui contagiati, specialmente in coloro che richiedono cure intensive». La presenza di malattie cardiache pregresse è un elemento che può aumentare il rischio di esito sfavorevole della COVID-19, ma questa potrebbe essere solo una faccia della medaglia.
Uno studio osservazionale su 416 pazienti con infezione da nuovo coronavirus a Wuhan, in Cina, sembra suggerire che le lesioni cardiache siano una condizione piuttosto ricorrente nei pazienti ricoverati in ospedale con sintomi evidenti, e che esse siano associate a un rischio più elevato di mortalità intraospedaliera. In base a un altro studio pubblicato a marzo sul Lancet, e condotto sempre a Wuhan, anche se non tutti i pazienti gravi con COVID-19 riportano danni cardiaci, tracce di lesioni al cuore sono emerse nel 59% dei deceduti (e solo nell’1% dei guariti).”
(Fonte: Focus.it/scienza articolo del 28 Marzo 2020)
Ecco dimostrato come, ancora una volta, la presenza di un defibrillatore ( DAE) è sempre necessaria in un sistema di prevenzione. Ora, io non pretendo che ognuno di noi abbia un DAE a portata di mano, ma che una cultura di prevenzione e di diffusione del defibrillatore sia di estrema importanza, per la nostra salvaguardia.
Non dimentichiamolo: il defibrillatore ( DAE) è un apparecchio salvavita.!
A presto, restiamo a casa e andrà tutto bene.!