Ciao a tutti. Oggi sono venuto a conoscenza di una storia degli anni scorsi, che poteva avere un risvolto bruttissimo, ma si è conclusa benissimo.
Vi ricordate il giocatore di calcio Ginola, ex di Tottenham e Newcastle? Egli fu colpito da arresto cardiaco durante una partita di beneficenza, e fu salvato grazie alla presenza sul posto e all’uso tempestivo del defibrillatore. Può succedere…
Ginola fu clinicamente morto per otto lunghi minuti, dopo un attacco cardiaco che lo ha sorpreso durante una partitella nel Maggio del 2016, e se è ancora in vita è perché il defibrillatore ha permesso di mantenere attive le sue funzioni celebrali.
Ci racconta la sua esperienza: “Mi sono sentito mancare e poi sono crollato a terra, è stata un’esperienza spaventosa anche perché, non avevo avuto nessun campanello d’allarme”, continua il racconto: ” Qualcuno sul campo da calcio, grazie a Dio, è stato in grado di eseguire la Rianimazione (Massaggio Cardiaco).“
Ecco perché, come riporta il SUN, Ginola ha applaudito all’iniziativa delle scuole inglesi di insegnare la rianimazione e non dimentica mai di sottolineare la necessità di avere a portata di mano un defibrillatore.
Ora voglio aggiungere una concetto importantissimo : in Italia ogni anno muoiono per arresto cardiaco circa 60.000 persone l’anno, con il decreto Balduzzi si obbliga ogni associazione, impianto sportivo, piscina e palestra a dotarsi di defibrillatore, ma è importante che io vi dia un dato che è sconvolgente, il 72% degli attacchi cardiaci totali nel nostro Paese, avvengono all’interno delle mura domestiche, immaginate quindi, quanto sicuro sarebbe dotare ogni condominio di un Defibrillatore come me, sai ci insegnano molto sulla prevenzione e sulla sicurezza dei condomini e per un serio problema come questo che purtroppo genera circa 45.000 morti ogni anno, non si fa nulla… il consiglio che posso dare io è “visto che non ci pensano le persone preposte a farlo e le norme sulla sicurezza, a tutelarci la vita da arresto cardiaco improvviso, facciamolo da noi, ricordatevi che è meglio prevenire che curare…”
(fonte: Il Posticipo)