Spesso chi è colpito da arresto cardiaco può essere salvato da chi si trova a lui vicino nel momento del malore. Per questo si pensa sempre più a formare i cittadini alla rianimazione cardiopolmonare, come spiega Mauro Zanchi di Humanitas Gavazzeni.
Il 14 giugno 2013 il Parlamento Europeo ha invitato gli Stati Membri dell’UE a migliorare la conoscenza e la formazione dei cittadini alla rianimazione cardiopolmonare (RCP). Un argomento importante che riguarda la capacità e la possibilità di intervenire in modo tempestivo in aiuto di una persona colpita da un arresto cardiaco.
Ma che cosa significa potenziare la formazione dei cittadini alla rianimazione cardiopolmonare? Lo chiediamo a Mauro Zanchi, istruttore del Centro Formazione dell’IRC (Italian Resuscitation Council) e Coordinatore infermieristico di Terapia Intensiva di Humanitas Gavazzeni.
“Significa informare le diverse fasce della popolazione sulla rilevanza dell’arresto cardiaco e sensibilizzare le persone sull’importanza di conoscere e sapere eseguire alcune semplici manovre che possono salvare la vita. Questo perché non occorre avere una preparazione sanitaria specifica per operare il primo soccorso di una persona colpita da arresto cardiaco”.
“Viva 2013” è stato un esempio di campagna di informazione. Quali sono state le azioni effettuate?
“La campagna chiamata “Viva” ha avuto luogo dal 14 al 20 ottobre e si è quindi appena conclusa. Nell’arco di una settimana ha promosso incontri, manifestazioni pubbliche, iniziative nelle scuole e nei luoghi di lavoro e di divertimento con il fine di sensibilizzare le persone sulla rianimazione cardiopolmonare, grazie anche al coinvolgimento di organismi pubblici e privati a diverso titolo operanti nella gestione della salute e dei soccorsi, di organizzazioni scientifiche e didattiche, di imprese e, infine, dei media, importanti per richiamare l’attenzione dei cittadini su un tema sociale di così grande importanza”.
Quanto è importante intervenire con tempestività, nei minuti che seguono un arresto cardiaco?
“Non è solo importante, ma è fondamentale per la sopravvivenza della persona. Con il semplice massaggio possiamo mantenerla in vita e aumentare le probabilità di ripresa. Consideriamo che il 70% degli Arresti Cardio Circolatori (ACC) in Europa avviene in presenza di testimoni, che potrebbero iniziare immediatamente la rianimazione cardiopolmonare. Attualmente in Europa questo accade solo nel 15% dei casi di arresto cardio circolatorio”.
Che cosa deve dunque fare una persona che assiste a un arresto cardiaco?
“Verificata la sicurezza dell’ambiente, verificato lo stato della vittima (incosciente-non respira e non si muove), chiamato il soccorso istituzionale 118/112, una persona che assiste a un arresto cardio circolatorio deve iniziare il massaggio cardiaco su un piano rigido con una frequenza di 80/100 compressioni per minuto. La persona che assiste a un arresto cardiaco deve quindi garantire i primi due anelli della catena: allarme precoce-massaggio precoce“.
È un’operazione semplice? Che possono svolgere tutti?
“Qui sta l’importanza della formazione. Se il testimone è una persona inesperta, per cercare di migliorare le percentuali di sopravvivenza della vittima potrà solo effettuare le compressioni toraciche in attesa dei soccorsi. La persona adeguatamente preparata, invece, potrà eseguire con sicurezza le manovre di RCP alternando alle compressioni toraciche anche le ventilazioni, secondo il rapporto delineato dalle linee guida internazionali, che prevedono 30 compressioni seguite da 2 ventilazioni mantenute nel tempo. La RCP iniziata dai testimoni raddoppia, se non triplica, le probabilità di successo della defibrillazione. La defibrillazione è il terzo anello della catena della sopravvivenza ed è la terapia principe nel 65% degli arresti cardio circolatori. Inutile dire che con la RCP e la defibrillazione le probabilità di salvare la vita aumentano esponenzialmente. Recenti normative hanno peraltro reso possibile a personale non sanitario/laico l’accesso a programmi per la defibrillazione precoce. Questi programmi raccomandati a società sportive e ad ambienti con elevata densità di popolazione (aeroporti, stazioni marittime, stazioni ferroviarie, metropolitane, stadi, ipermercati, hotel…) sono nominati progetti PAD (Public Acces Defibrillation) e prevedono la certificazione di personale non sanitario e laici all’uso del defibrillatore”.
I numeri dell’arresto cardiaco
- 15% – Percentuale europea di persone che, colpite da arresto cardiaco, vengono soccorse con la rianimazione cardiopolmonare
- 70% – Percentuale di arresti cardiaci che avvengono in presenza di altre persone (che potenzialmente potrebbero effettuare una rianimazione cardiopolmonare).
- 90 – In Europa ogni 90 secondi si registra l’insuccesso di una rianimazione cardiopolmonare perché iniziata tardi.
- 1.000 – Numero di persone che in Europa muoiono ogni giorno per arresto cardiaco.
- 60.000 – Numero di persone che in Italia, ogni anno, vengono colpite da un arresto cardiaco.
- 100.000 – Persone che potrebbero essere salvate ogni anno in Europa se si riuscisse ad aumentare l’incidenza della rianimazione cardiopolmonare immediata, portandola dall’attuale 15% dei casi al 50-60% dei casi.
- 400.000 – Persone che in Europa ogni anno sono colpite da arresto cardiaco.