Infarto, prima causa di morte in Italia!

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Un morto d’infarto ogni due giorni. I medici: “Divertitevi di più”

È la prima causa di decessi, c’è ancora poca informazione. Gli specialisti dell’ospedale dell’Angelo hanno la ricetta:

Ridere riduce i rischi e allunga la vita

MESTRE. Le patologie legate al cuore rimangono la prima causa di morte in Italia, e sul territorio dell’Asl 12 in media c’è un decesso ogni due giorni per morte improvvisa. Infarto come nemico numero 1 da combattere, e molto si può fare con la prevenzione. Intanto, all’Ospedale dell’Angelo, il lavoro per assistere i malati è costante e i numeri sono elevati.

Un dato che si spiega anche con il fatto che questo ospedale è ormai un hub provinciale, e per le patologie legate al cuore vi fanno riferimento non solo Venezia e Mestre, ma anche tutta l’area orientale della provincia da Jesolo a San Donà e Portogruaro. Sono 29 i posti letto disponibili, e nel 2012 sono stati 1450 i ricoveri in degenza, mentre 800 quelli in terapia intensiva cardiologica, vale a dire le situazioni più gravi. Nel 2011 erano stati invece 1487 i ricoveri in degenza, con una media di 7,2 giorni in ospedale per curarsi, contro il 7,4 registrato lo scorso anno, in leggero aumento di media.

Molti pensano che il problema principale in Italia sia il cancro, ma in realtà la prima causa di morte sono gli infarti e le patologie legate al cuore“,

commenta il primario del reparto di Cardiologia dell’Angelo, Fausto Rigo.

“In Italia ogni anno ci sono 60 mila vittime, e solo in Veneto sono 6500 gli infarti registrati in media. Qui da noi, ci si attesta sui 250 interventi di angioplastica primaria ogni anno, e la nostra mission è quella di ridurre il rischio di eventi acuti. Non basta essere bravi e predicare bene, le persone devono capire che, soprattutto nella fascia tra 45 e 65 anni, iniziano a crearsi i presupposti per il rischio di essere soggetti a un infarto. Una vita sana, anche sotto il profilo dell’emotività, è un elemento basilare per fare prevenzione. È anche dimostrato che ridere un quarto d’ora al giorno riduce il rischio e allunga la vita, lo dicono studi medici riconosciuti”.

Grande e stretta è la collaborazione con il Suem-118. Nell’80 per cento dei casi di infarto o patologie similari, i pazienti colpiti entrano in ospedale all’Angelo nell’arco di tempo utile per poter salvare loro la vita: 60-90 minuti. Circa 250 gli infarti nella forma più grave che vengono seguiti, altrettanti quelli collegati ad altre patologie, soprattutto negli anziani.

“Si può fare molto per evitare di essere soggetti a un infarto”,

aggiunge il dottor Rigo.

“Purtroppo sono tante le persone che muoiono per questa patologia, quasi una ogni due giorni solo sul nostro territorio di competenza, e ciò dimostra il fatto che serve una collaborazione stretta”.

Da qui, anche quella in atto già da tempo tra i reparti di cardiologia e i medici di base sul territorio, che si concretizzerà ancora una volta venerdì prossimo in occasione della giornata di Cardiologia Aperta all’Angelo.

 

FONTE NUOVAVENEZIA

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