Un DAE gli ha salvato la vita
A soli 25 anni è stata vittima di arresto cardiaco. E’ successo ieri a Legnano in provincia di Milano. Un giovane ragazzo che stava giocando a calcio presso la struttura sportiva del paese del milanese.
Si è accasciato a terra durante la partita, senza dare nessun segno di vita.
Quando ci si è accorti che il cuore del calciatore era fermo, subito sono partite le manovre di rianimazione.
L’ impianto sportivo per fortuna è fornito di un defibrillatore semiautomatico, come previsto dalla Legge Balduzzi, ed è bastato l’intervento di alcuni operatori certificati tra i compagni, che hanno defibrillato la vittima e praticato il massaggio cardiaco.
Nel giro di pochi minuti il ragazzo si è ripreso e, con l’arrivo dell’ambulanza, è stato trasportato nell’ospedale di Legnano e ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione.
Nonostante il 118 fosse stato subito avvisato dell’emergenza, ci sono voluti circa 4 minuti per arrivare nel luogo della vicenda. Minuti sono stati fondamentali, in loco, per salvare il giovane venticinquenne.
Obblighi di legge o di coscienza
Questo è solo uno dei tanti episodi che purtroppo molto spesso accadono mentre si pratica sport.
Proprio per questo motivo la legge Balduzzi ha imposto alle associazioni sportive dilettantistiche e agli impianti sportivi, l’acquisto e l’installazione di DAE.
La legge ha posto come termine ultimo il 31 gennaio 2016, ma sono ancora in molti a non considerare questo dispositivo per la defibrillazione essenziale per la propria associazione.
La realtà dei fatti è però diversa. Essere in buona salute non basta. Purtroppo l’arresto cardiaco può colpire chiunque e l’unico modo per salvare la vita è defibrillare la vittima nei primi minuti dopo il malore.
Decidere di ignorare il Decreto Balduzzi non solo pone le ASD in una condizione di illegalità, ma mette anche in pericolo la salute degli iscritti che ogni giorno praticano attività fisica.