Perché la tua città dovrebbe essere cardioprotetta?

infarto

Ogni minuto le possibilità di sopravvivere ad un arresto cardiaco si abbassano del 10%

Un uomo cade a terra. Sembra svenuto. Viene soccorso dai passanti, ma il battito è assente. E’ in corso un arresto cardiaco. Il 118 viene chiamato. Ma quanto tempo può ancora aspettare l’uomo?
Poco, anzi pochissimo. Ogni minuto le possibilità di sopravvivenza in casi come questo, si abbassa del 10%. Intervenire con un massaggio cardiaco è indispensabile, ma per essere quasi sicuri che la vittima sopravviva, serve un defibrillatore semiautomatico esterno.
Una persona su 100 ogni giorno in Italia, viene colpita da malore o da infarto. Di questi solo il 2% sopravvive.
I dati fanno raggelare il sangue. E proprio per questo motivo serve sensibilizzazione sull’argomento e serve una copertura di DAE molto più ampia, nelle nostre strade, paesi e città. Questo è quello che, come azienda leader nel settore della defibrillazione semiautomatica, cerchiamo di diffondere e far conoscere.

Molti casi avvengono fuori dagli ospedali

Non si vuole spaventare nessuno, ma i dati che abbiamo appena citato sono quelli del Ministero della Salute e studi dimostrano che dotarsi di dispositivi per la defibrillazione semiautomatica e formare la cittadinanza al loro utilizzo, aumenta la probabilità di sopravvivenza del 50%.
Le vittime sono nella maggior parte dei casi, fuori dalle strutture ospedaliere e quindi lontane da un aiuto sicuro. Spesso, o quasi sempre, vi sono testimoni perché i malori si manifestano in diversi luoghi, dal supermercato al parrucchiere, dalla palestra al marciapiede dove stiamo camminando.
Se vi fosse la possibilità d’intervento e la formazione delle persone, sarebbe molto più facile intervenire e salvare vite.
Sono già diverse le provincie e le cittadine che sono diventate cardioprotette. Ma non è ancora abbastanza. Ancora molti luoghi non sono coperti e ancora troppe persone rischiano di non essere salvate.

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